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Gli economisti: deficit di regole

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21 ottobre 2008

Quali sono le ricette per uscire dalla crisi finanziaria? A questo e altri interrogativi sull'incertezza che grava su mercati, banche e imprese, hanno cercato di dare una risposta i panelist intervenuti ieri a Milano al convegno organizzato dall'Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) in occasione della presentazione del libro di Robert Shiller «Finanza Shock» (ed. Egea, traduzione di «The Subprime Solution»): Franco Bruni (Università Bocconi), Mario Deaglio (Università di Torino), Marco Annunziata (Unicredit), Franco Venturini (Corriere della Sera) e Marco Liera (Il Sole 24 Ore).

Mentre il libro di Shiller individua nel deficit di cultura finanziaria delle famiglie americane il principale detonatore della crisi, Bruni (autore della postfazione al volume) ha evidenziato come il problema sia stato anche quello del mancato intervento delle autorità americane, che negli anni passati avevano maturato sufficiente consapevolezza degli eccessi che si stavano creando nel credito immobiliare. «Ragioni politiche» secondo Bruni hanno suggerito la sottovalutazione del problema.

Oltre alla maggiore cultura finanziaria – si legge nel volume – è necessario intervenire sulle regole, come quelle di «politica monetaria che presiedono al funzionamento e alla vigilanza dei mercati finanziari, senza tralasciare quelle che dovrebbero fissare le procedure e i "paletti" agli interventi di salvataggio di breve periodo». Bruni ha ricordato nel corso del dibattito l'inadeguatezza delle regole di Basilea II, e l'ambiguità del processo decisionale che presiede la politica monetaria americana. Come ha scritto il presidente della Fed di New York citato nel libro, «la regolamentazione finanziaria americana è diventata una confusione, un insieme di dispersione di responsabilità e di concorrenza tra diverse autorità nel mettere le regole, una rete normativa che crea incentivi perversi e lascia grandi opportunità di elusione». (N.T.)

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